MAROSI
Gli uomini della Lampara: una pesca antica in sinergia con il mare
Luglio 2024 segna un triste traguardo: le risorse ittiche disponibili per l’anno sono esaurite. A lanciare l’allarme è il Wwf, attraverso la campagna “Our future”, che ricorda come il Mediterraneo sia il secondo mare più sovrasfruttato al mondo. Una pesca sempre più industriale e intensiva sta mettendo in grave pericolo gli ecosistemi acquatici, i tempi di riproduzione e la tutela della biodiversità. Famiglie di pescatori artigianali e tradizioni secolari, che sono al centro dell’identità di intere comunità costiere, rischiano di scomparire. L’equipaggio del motopeschereccio “AC” è una preziosa testimonianza di un sapere antico che ancora oggi si tramanda di padre in figlio, nel rispetto dell’uomo, della fauna e della flora marina, che punta a una caccia mirata e consapevole.
“MAROSI” è la storia di diciassette marinai che ogni anno navigano sotto bandiera italiana il Mediterraneo centrale: è una storia atavica e moderna ad un tempo, ambientata sull’isola di Lampedusa, trait d’union tra due continenti, l’Europa e l’Africa, all’attracco di uno dei mestieri più antichi e suggestivi dell’umanità: la pesca con la lampara. Un particolare modello di lampada a gasolio, montata su piccoli gozzi a remi, adoperata dai pescatori per illuminare la superficie dell’acqua, allo scopo di aggregare i pesci, spingerli in superficie e intrappolarli nella rete. Essa si impiega quasi esclusivamente per la cattura delle acciughe: pesce azzurro diffuso in tutto il Mediterraneo, specie in Sicilia e nel medio basso Adriatico. Attività un tempo comunemente utilizzata, oggi a esercitarla sono pochi pescherecci in tutta Italia; tra questi l’equipaggio del motopeschereccio “AC”. Il periodo di pesca è compreso fra il 1° aprile e il 15 ottobre, quando l’animale ha raggiunto la maturità sessuale e le dimensioni corporee fra un minimo di 12 cm e un massimo di 20 cm. Il pesce pescato con questa tecnica si presenterà rigido, con la propria squama, dalla colorazione argentea e molto selettivo nella misura. Le sfide sono tante: dal ricambio generazionale alla riduzione dei margini di guadagno, sullo sfondo spaventoso del riscaldamento climatico. La piccola pesca rischia di scomparire e con essa il fascino di una narrazione che non può prescindere dal suo elemento di denuncia: il protagonismo dei pescatori nella difesa e nella salvaguardia del nostro mare.
Sotto una luna ancora gibbosa, i piccoli gozzi vengono ammainati e l’equipaggio aziona le lampare. L’acqua attorno ad esse si tinge di un azzurro intenso, trasparente, fosforescente. Per tutta la notte i pescatori, vibranti come lucciole nell’oscurità, restano svegli a corteggiare acciughe. Nei loro occhi brilla un grumo fitto di incantesimo e di sorte. Dal fondale i pesci vengono evocati e radunati dal manto di luce che improvvisamente si infiamma d’argento. I gozzi si avvicinano quasi a toccarsi e il capitano, dalla barca- madre, dà l’ordine di gettare in mare il cianciolo che lentamente circonda e cattura il pesce. Gli uomini tirano a sé le cime per raccogliere la rete guizzante di pescato e un giorno nuovo emerge salino dall’orizzonte.























